Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
20 novembre 2011 7 20 /11 /novembre /2011 17:17

 

 

 

 

122.JPGGli amori più grandi nella vita di noi persone, sono quelli che ci portiamo dietro dall’infanzia. Se resistono al tempo e alle prove della vita ,sicuramente troviamo in essi degli alleati per vivere meglio e per far vivere meglio chi ci sta vicino. Forniscono spunti di creatività quasi continua e senza che ce ne accorgiamo più di tanto, ci ispirano come dei buoni amici quasi tutte le azioni che quotidianamente intraprendiamo. A me è successo con i cavalli croce e delizia della mia vita. E quel che più conta proprio loro hanno avuto lo straordinario potere indiretto di guidarmi nella mia professione di insegnante della scuola primaria ,la cui definizione non dovrebbe implicare niente di riduttivo poiché chi inizia il viaggio educativo delle giovani menti ha più responsabilità di altri, nella certezza imbarazzante che ogni parola ed ogni gesto verrà inesorabilmente registrato ed in seguito forse anche ricordato da quei piccolini.Tutti gli animali sono creature affascinanti e speciali qualora si abbia il buon senso di cercare un contatto sensibile, non mercificante, con loro. I cavalli in particolar modo, presentano fra le tante loro qualità e caratteristiche, quella straordinaria di essere creature dotate del dono della telepatia. I cavalli. predati per eccellenza, come altri erbivori ed ungulati scappano come pura difesa per sottrarsi al pericolo: ciò appartiene all’ordine tassonomico che loro compete; fa parte di quella intelligenza biologica o pulsione alla vita, che secoli di condizionamento brutale da parte dell’uomo non ha di certo rimosso. Ora per instaurare un linguaggio o meglio un codice non verbale di comunicazione con i cavalli, bisogna percorrere i canali della comunicazione ‘’sottile’’ che muove da parte dell’umano dalla consapevolezza leale di capire e farsi capire con la calma e la scansione del tempo degli animali. Un grande atto di benevolenza e aggiungerei, di intelligenza da parte nostra ,se si pensa come le nostre 120-copia-1.JPGesperienze mortali siano tutte corrose dalla fretta e conseguentemente dal malinteso che ne deriva. La calma, la modestia e a volte anche l’umiltà sono ciò che conduce al risultato di essere con il cavallo ( in gergo il binomio) e non di montarlo, essendo questo un verbo colmo di prevaricazione umana contenente già in sé un’idea inconscia e perniciosa di devastante potere: la pericolosità delle parole, dunque. Eh già perché la raffinatezza che l’uomo con il cavallo e non sul cavallo dovrebbe ricercare è quella della collaborazione con l’amico cavallo con il quale tutta l’umanità che poco ci pensa, ha un debito di riconoscenza mai onorato: quello di aver generato e scritto la propria storia e progresso proprio grazie a quell’ardore di crini scompigliati, a quel tramestio di zoccoli generosi, a quell’occhio liquido 123.JPGed insondabile. Allora come può un predatore incallito come l’uomo creare un rapporto di fiducia con il cavallo animale da fuga e tremendamente schivo? E’ possibile? Lo è – in base alla mia pluritrentennale esperienza di vita con loro, lo affermo , ma solo lasciando un poco da parte se’ stessi e ponendosi nella condizione di non competizione. Anche con i bambini è così. L’educazione, il dialogo, la trasmissione dei codici passano sempre dalla volontà di comprendere ed accettare gli altri e quindi noi stessi. Non sempre e non tutti i bambini sono pienamente collaborativi: ma tutti prima o poi imparano a leggere e a scrivere .In seguito e solo in seguito, quando saranno in grado di padroneggiare le loro abilità scopriranno la gioia del dialogo e della complicità positiva nei giochi di ruolo della vita. Ciò che voglio dire è che tutti i linguaggi all’inizio sono difficili. Penalizzare chi non subito comprende e traduce è becero e crudele. Battere i cavalli non serve; umiliare i bambini a scuola non è etico. Non è morale. E NON SERVE. IL CONTATTO è la magia che lega tutti noi uomini ed animali sulla Terra, ed è questo che ho subito compreso essere di incomparabile importanza con i cavalli. Per cui quando mi viene posta dai neofiti o quanto peggio dalla gente di cavalli l’annosa domanda se il cavallo sia o non sia intelligente, io consiglio sempre di andarsi a ripassare un poco di anatomia equina per capire come funziona l’encefalo del cavallo e per comprendere che in un cavallo ce ne sono ben quattro! Allora chi è adesso più intelligente l’uomo che pone una così sciocca domanda o il cavallo che dignitosamente non risponde? A parte le battute, certo non si può pensare di far equitazione se prima non si conosce la psicologia e l’anatomia del cavallo. Non basta salire in sella ed andare, non basta e non serve bardarsi con costosissimi outfits all’ultima moda per dimostrare quello che si ha. Al cavallo tutto ciò non interessa. A lui interessa la voce rassicurante del cavaliere, le sue lallazioni che gli ricordano la mamma, le carezze leggere piene d’amore. essere per lui la femmina alfa, quella che di solito guida e protegge il branco in natura. La fiducia è cosa seria,anche per un cavallo. Non saremo mai proprietari di cavalli, solo perché li abbiamo acquistati; semmai potremo essere loro custodi ed amici. Una competizione sana , una bella passeggiata, sono cose che i cavalli gregari e curiosi come sono, amano. Ci si può stupire di quanto talvolta un cavallo riesca ad apprezzare un paesaggio, un tramonto… Lasciamoli parlare la loro lingua, miglioreremo la nostra!

125.JPG

 

Il cavallo Paco (criollio, venuto dall’Argentina) è stato per me il fratello, il cavallo con il quale ho stabilito per primo, un vero e proprio codice di linguaggio non verbale. Grazie a Lui ho creato l’antesignana ‘’scuolina del recupero del SE’ grazie alla quale molti bambini ed adulti hanno compreso e si sono autocentrati nella gioia di vivere il cavallo come un amico e consigliere per la vita. Ora Paco è nei Campi Elisi. Ha vissuto con me fino alla fine dei suoi giorni,come altri cavalli che ho avuto l’onore di avere come compagni di vita. Per me che non ho pregiudizi esistenziali, è fondamentale prendermi cura dei cavalli anziani perché è allora che diventano più vulnerabili e bisognosi di cure ed attenzione. Io corro libera e selvaggia nella Vita, per Essa in tutte le sue forme ho rispetto, sino alla fine del suo tempo terreno. Vale anche per i cavalli; per tutti gli animali. Non sono giocattoli: hanno emozioni profonde e tanto mi basta, e tanto ci deve bastare per trattarli con empatia. Da loro ho tutto imparato: tolleranza, pazienza, umiltà….

E’ difficile rapportarsi con un cavallo poiché quello che attraverso di loro vediamo in noi stessi non sempre ci piace. Il cavallo è un mezzo transazionale potente che ci rivela sempre quello che alla fine noi siamo: non tutti lo accettano. Io ‘ho fatto ed è per questo che sono libera!l

Grazie Paco.

 

 

Maria Cristina Bazzotti, socio benemerito di AAF e Socio Onorario di Arcabaleno

PS sono lieta di rispondere via email a tutti coloro che vorranno saperne di più sui cavalli e sugli eventuali problemi derivanti dalla loro gestione. 

 

Tutte le foto dei cavalli nel servizio  sono state effettuate durante la manifestazione 2° BEAR-A-THON a Riccione  organizzata da Cristina Bazzotti il 29/Maggio/2011 per Animals Asia Foundation Italia Onlus.  Foto dell'Archivio Arcabaleno

Condividi post
Repost0
14 novembre 2011 1 14 /11 /novembre /2011 18:01

Nella foto i firmatari della Convenzione: da sin. Paolo Zaghini, direttore della Biblioteca"Battarra" di Coriano, il Sindaco di San Clemente Christian D'Andrea, il Sindaco di Gemmano Edda Negri, il Sindaco di Montescudo Ruggero Gozzi, l'Assessore alla Cultura del Comune di Saludecio Gigliola Fronzoni, il Consigliere delegato alla Cultura del Comune di Montefiore Conca Giovanni Martelli, il Commissario Straordinario di Coriano Maria Virginia Rizzo, ilSindaco di Montecolombo Eugenio Fiorini.

Risposta positiva da parte della Provincia di Rimini e del Comune di Coriano alla richiesta avanzata dal Sindaco di Gemmano, Edda Negri, in data 20 luglio di far entrare anche la Biblioteca di Gemmano nel “sistema bibliotecario corianese” e Venerdì 21 ottobre, i Sindaci, o loro delegati, hanno provveduto alla sottoscrizione del rinnovo della convenzione per la gestione associata del servizio bibliotecario fra i Comuni di Coriano, Gemmano, Montecolombo, Montefiore Conca, Montescudo, Saludecio e San Clemente.
La Convenzione (con validità triennale,sino al 31 dicembre 2014) ha unificato, per contenuti e tempistica, le precedenti Convenzioni separate esistenti fra Coriano e gli altri Comuni (dapprima Montecolombo e Montescudo, poi Saludecio e Montefiore Conca, ed infine San Clemente, con l'aggiunta ora di Gemmano).

Avendo tra i progetti della Associazione Arcabaleno quello di donare un cospicuo fondo di libri su gli animali e sui loro diritti siamo molto soddisfatti, della conclusione di questo atto, ed abbiamo accolto con piacere la decisione del nostro Sindaco Sig.ra Edda Negri di impegnarsi personalmente per arrivare alla firma di questa convenzione.

Naturalmente la buona conclusione dell' atto formale, per quanto riguarda la nostra Civica Biblioteca , la firma della convenzione non deve essere considerata come un traguardo ma come un punto di partenza .

Da cittadini responsabili e direttamente interessati ad uno sviluppo di tale Istituzione Culturale abbiamo chiesto un appuntamento al Professor Paolo Zaghini, Direttore della Biblioteca A. Battarra di Coriano per conoscere,in linea di massima, i modi e i tempi di attuazione dell'organizzazione del nascente Centro di Lettura gemmanese. Il professor Paolo Zaghini ci ha gentilmente accolti concedendoci una intervista che di seguito integramente pubblichiamo:

Clicca per visionare l 'intervista al Prof. Paolo Zaghini Direttore della Biblioteca di Coriano

Alcune immagini sulla presentazione del Progetto Arcabaleno "Gli animali? Conosciamoli in Biblioteca!"


 

Condividi post
Repost0
13 novembre 2011 7 13 /11 /novembre /2011 17:12

 

Pubblichiamo un breve ma bellissimo racconto scritto dal Dr. Claudio Venturelli della Ausl di Cesena in occasione della Giornata di Studio a Teramo il 7 maggio 2003 su Tutela degli animali d’affezione tra etologia,politica e sanità. Venturelli nel racconto non esprime un giudizio sul ruolo delle gattare, compito che spetterà al Convegno ma , a nostro parere, ne traccia con delicatezza il loro profilo da cui fuoriesce il grande amore ed il ruolo protettivo che esse hanno verso i felini randagi.

 

gattara2

In una assolata mattina estiva, mentre camminavo cercando un po’ di ombra refrigerante, accadde una cosa assai strana. Il cielo si era improvvisamente oscurato e un fragrante batter d’ali mi obbligò ad alzare gli occhi al cielo.Mi apparve una scena da film! Oltre cento piccioni svolazzanti avanzavano roteando attorno ad un punto. Incuriosito mi avvicinai e scorsi, così,una vecchina, alta poco più di un metro e mezzo,curva su se stessa per una vistosa gobba, che trascinava due buste di plastica.Quando si fermò, capii il perché di tanta agitazione presente in quei piccioni urbani: dalla sporta di sinistra la silenziosa signora cominciò a tirar fuori granaglie e pane che distribuì a piene mani.I volatili si precipitarono a ingurgitarsi con grande soddisfazione della vecchina che dava indicazioni ai singoli individui ora sgridandoli per l’eccessiva irruenza ora sollecitandoli a mangiare.Poi si allontanò con l’altra sporta, attraversò la strada e raggiunse l’argine del fiume all’apparenza deserto.

Come d’incanto almeno una quindicina di code in grande parata spuntarono da tutti gli anfratti mostrando una colonia felina, ovvero un branco di gatti randagi, in attesa della loro benefattrice.

Le si strusciavano addosso con dei colpi che forse erano persino troppo forti per lei, tant’è che avanzava ondeggiante. Con un gesto, che ormai conosceva a memoria, cominciò a distribuire il cibo anche ai micioni. Mi avvicinai per parlarle ma, in quel momento, per paura di rompere un incantesimo non lo feci. La vecchia e curva signora si era chinata per imboccare un gattino piccolo e malaticcio che, senza il suo aiuto,sarebbe sicuramente morto .Lo faceva come se stesse accudendo il suo bimbo,forse lei era davvero la mamma di tutti quei piccoli diseredati. D’altra parte non si poteva trattare di gatti selvatici ma semplicemente di trovatelli. Qualche umano che si era stancato di tenerli in casa aveva pensato bene di lasciarli al loro destino e loro, i gatti randagi,si erano organizzati in una colonia.

Se dovessi esprimere un giudizio sul ruolo delle gattare, prima dovrei soffermarmi sulla responsabilità di chi abbandona gli animali.

Claudio Venturelli

Condividi post
Repost0
12 novembre 2011 6 12 /11 /novembre /2011 18:23

Pubblichiamo  un  progetto della nostra Socia Onoraria Prof.ssa Cristina Bazzotti : SALVIAMO LUPO OSCAR, storia di un lupo italiano che nel 2002 ha riscosso un enorme successo presso i più grandi lupologi italiani quali Boitani, Boscagli, Berzi ecc e che ha avuto il potere di riscrivere la figura del lupo sui testi scolastici italiani.

Progetto Lupo: salviamo Oscar

foto_lupi_01x.jpgStoria di un lupo italiano

Nessun animale più del lupo, è stato odiato, calunniato e perseguitato dall’uomo. Braccato e sterminato per secoli senza pietà né quartiere, impiccato e impalato sulle pubbliche piazze, ucciso con ogni mezzo possibile: fucili, lacci,tagliole fino ai micidiali bocconi avvelenati, il lupo è stato trascinato quasi ovunque in Europa ai limiti della totale estinzione. Eppure a dispetto dell’odio e delle violenze di cui è vittima nonostante severe leggi che ( convenzione di Berna 1979 di cui l’Italia è firmataria e la nostra legge sulla caccia n.157 dell’1/02/1992) lo proteggono vietandone l’uccisione, la cattura, la distruzione delle tane e il commercio degli esemplari e dei loro derivati,nonostante l’incessante devastazione del suo ambiente naturale il lupo, l’ostinato, coraggioso, intelligentissimo, indomito lupo si è riaffacciato sulla nostra realtà grazie alla volontà di lungimiranti e volitivi esperti ed associazioni protezionistiche che attraverso un duro lavoro pionieristico e rigorosamente scientifico ne hanno ricostituito la popolazione autoctona. Ma ora che il lupo è ritornato a ululare nei nostri boschi, l’immagine fosca dei suoi attacchi agli armenti al pascolo libero si ripresenta (anche in zone antropizzate e talvolta sporadicamente vicino alle zone costiere in quanto cacciatore erratico ed opportunista) facendo nuovamente gridare: al lupo…al lupo! Come se esso seguisse un destino biologico ineluttabile e beffardo nella sua essenza di competitore dell’uomo… dal tempo dei tempi…dai giorni paleolitici delle prime cacce in branco degli uomini che videro nei lupi formidabili sottrattori di cibo .Sapremo continuare ad aiutarli a sopravvivere? Riusciremo a salvare uno dei predatori più leggendari, misteriosi e selvaggi che abbia mai popolato le nostre foreste?.. ascoltiamo allora la proposta di lupo Oscar che ci offre una fra le tante possibili soluzioni protezionistiche ed accessibil pensando ed investendo su di un futuro di Nuove Generazioni di Umani Sensibili.

 

INTERVISTA CON L’AUTRICE (da Il Resto del Carlino agosto 2003)

Al richiamo del lupo sull’Appennino abruzzese, parteciperà anche un’insegnante di Riccione. Mariacristina Bazzotti il 18 sett. Partirà assieme al dott. Duccio Berzi, direttore del CSDL (centro per lo studio del lupo di Moscheta- Mugello (FI) per effettuare wolf-howling. Si tratta di un monitoraggio del lupo nel suo habitat naturale anche a mezzo di ‘’trappole fotografiche’’ in grado di catturare spostamenti ed informazioni sui branchi che popolano il Parco nazionale d’Abruzzo.<Amo moltissimo –racconta Mariacristina- gli animali tra cui il lupo. Da circa dieci anni studio questa specie da autodidatta ,ma con rigore scientifico.Ho voluto ,visto che insegno scienze ed inglese, educare attraverso un progetto interdisciplinare che ho chiamato ‘’Salviamo Lupo Oscar’’, circa sessanta alunni, sulla conoscenza del lupo, in chiave scientifica e con l’ausilio dell’inglese (per contatti e testi originali) per ‘’sfatare l’iconografia negativa trasmessa dalla fiaba di Cappuccetto Rosso’’ (S.Vico)

foto_lupi_04x.jpgNel trotto del lupo c’è tutta la resistenza di chi sa che

Vivere significa procedere con passo leggero, regolare ed …instancabile.

Non sa bene dove sta andando…

Va, semplicemente, inseguendo una goccia di essenza,

un movimento nascosto, una scia di luce sottile.

Nel buio umido e muscoso della tana

forse può trovare pace, ma…d’un tratto sussulta, rizza un poco le orecchie...

Se ne esce strisciando il ventre…

Fuori, con zampe dritte e sicure,

…Annusa l’aria,

…un guizzo

e già non lascia dietro di séche l’ INDIZIO DI UN’OMBRA. –QUESTO E’ IL LUPO.

(Wolf Oscar)

ABSTRACTS del progetto originale presentato al Congresso internazionale delle Foreste Casentinesi ‘’IL LUPO E I PARCHI, il valore scientifico e culturale di un simbolo della natura selvaggia’’ tenutosi a Santa Sofia il 12/13 Aprile 2002

 

ASPETTI ETOLOGICI E MOTIVAZIONALI : IL LUPO E PERCHE’.

IL progetto ‘’ SALVIAMO OSCAR’’ prende l’avvio da una constatazione oggettiva dell’insegnante lupo-in-italia-canis-lupus-italicusdurante un’intervista a carattere di sondaggio estemporaneo condotta su campioni di alunni di età compresa fra i 6 e i 10 anni, motivata dall’esigenza di presentare le Scienze sorrette da un sustrato fortemente tecnico, ma al tempo stesso di facile accesso al grado di comprensione ed interiorizzazione dei giovanissimi discenti. Il sondaggio di cui sopra, seppur informale, evidenziava da subito, l’esigenza di creare un soggetto per cosi’ dire simbolico- proiettivo ,tuttavia realistico e reale da inserire come MEZZO TRANSIZIONALE nell’indagine scientifica a valenza didattica……….la capacità di astrazione e quindi di simbolizzazione dei…..ecc.

-Nell’iconografia classica, IL LUPO era nel passato neanche troppo lontano, il portavoce ed ancora oggi purtroppofoto_lupi_22x.jpg l’erede di false idealizzazioni opportunistiche e circostanziali, catalizzatrici di paradossi umani catalogabili nell’ambito di una considerazione psicoanalitica, come tranferts comportamentali negativi, da concretizzarsi in una figura TABU’ competitiva all’interno del consorzio umano dal tempo delle prime comunità di pastori del Paleolitico. LUPO dunque come STEREOTIPO di comportamenti umani errati ,se non aberrantii. LUPO come SCAPEGOAT dellla lussuria nell’assioma delle religioni monoteiste, così radicato nelle sue stigmatizzazioni generazionali, da entrare quasi a far parte del codice genetico dei nascituri.Ecco comparire allora come conseguenza di tutto ciò la figura del BA-BAU perturbante ed immortale: niente di più sbagliato in vista di una didattica razionale, onesta e riequilibratrice dei valori tassonomici nonché morali il cui corretto posizionamento nella scala etologica si rende indispensabile per ogni essere vivente. Così l’insegnante procedendo con ‘metodo scientifico’ caratterizzato da rigore lessicale e sequenzialità,laddove essa sia possibile, cerca di presentare il LUPO al bambino ( il quale, in quanto tale, si nutre ancora di costrutti emotivi , fantasiosi, ma come già detto anche stereotipati) in maniera appetibile , seppure naturalisticamente corrretta.

index.jpgIl LUPO asssurge nell’immaginario del bambino a figura TOTEM che viene tuttavia in questo specifico percorso didattico, RIPOSIZIONATA dall’insegnante, nell’ambiente naturale (habitat) del suo svolgersi biologico e biodinamico. IL LUPO offre altresì al bambino l’opprtunità di ipotizzare costrutti logico-cognitivi personali ai fini ambientalistici. In tale HUMUS PROPOSITIVO, il bambino si carica di una sorta di coscienza ambientalista imprescindibile per il futuro delle nuove generazioni, ma di cui in questa sede sarebbe pleonastico disquisire citandone la valenza coscienziale-formativa fondamentale. Considerando inoltre la personale convinzione della docente dell’importanza dell’INTERDISCIPLINARITA’ delle materie scolastiche, si vede come IL LUPO nella sua importanza faunistica, si riproponga quale presenza continua e via via sempre più complessa ‘ a seconda dei percorsi didattici caratterizzanti l’apprendimento delle varie classi del primo e secondo ciclo, spaziando da un ambito ad un altro offrendo continue suggestioni…………Nell’ambito antropologico come ‘’GIUSTIZIERE’’ di distorti significati attribuiti alla sua specie dalll’uomo, protagonista degli eventi storici( i.e Inquisizione ecc..) e come uno dei simboli del Pantheon sciamanico presso gruppi etnici non occidentalizzati e con differenti schemi comportamentali (i.e Inuit, Beela Coola, Assiniboine ecc.)……… Per ultimo, ma ciò sia ad arte e per conferire al LUPO una sua DIGNITA’ morale ( e con ciò non s’intenda solo la morale di tipo darwiniano, oppure la totale negazione della medesima come è il caso dei behaviouristi seguaci integerrimi e sordi della scuola del Chomsky) per dirla alla Masson, più tollerante delle specie diverse dalla nostra di Umani, che si abbevera alla sorgente del cuore e della letteratura perdendol il freddo, ma talvolta necessario, rigore scientifico e dove LUPO OSCAR APRE LA SCATOLA DEI SENTIMENTI proponendo attraverso ‘ libere creazioni ‘ poetiche degli alunni un album simpatetico di emozioni da condividere fra bambino e lupo, tra specie di ANIMALI DIVERSE che chiedono ( per giocare con il significato traslato, metaforico del verbo) ENTRAMBI di VIVERE SENZA ABUSI E SOPRUSI. Fare attenzione all’agguato di patetiche antropomorfizzazioni e’ fondamentale! <IL LUPO NON E’ NE’ BUONO, NE’ CATTIVO < - precisa l’insegnante - …./ 

Non meno importante attraverso LUPO OSCAR, ormai del tutto privo, grazie a questo progetto programmatico didattico, di valenze romantiche e fuorvianti, l’appropriazione da parte del bambino dell’ ACCETTAZIONE del DIVERSO evidenziando la pertinenza sociologica dell’integrazione nel consorzio umano comunemente accettato e riconosciuto nelle sue regole di convivenza, ( L’ HEIMISCH di Freud, per intenderc) dell’elemento ‘’ insolito’’ appunto l’ UNHEIMLISCH e ‘’ perturbante ‘’ per rendere con questo termine un significato piuttosto accettabile, ma non del tutto preciso, dell’aggettivo tedesco che è tale non per sua natura etimologica, ma solo a causa di inesattezze semantiche e di collocamento etnico-culturale attribuitegli dal concezionalismo globalizzante dellla nostra società.

 

lupo-in-italia-canis-lupus-italicusLUPO OSCAR HA UN NOME proprio perché aldilà di ogni precisazione scientifica e dogmatica, resta e SOPRATTUTTO E’ UN ESSERE VIVENTE capace di forti emozioni e in grado di evocarne di altrettanto intense e complesse anche in ognuno di noi. LUNGA VITA AD OSCAR, allora!

A LUPO OSCAR E A TUTTI I LUPI dedichiamo una intensa prosa di un autorevole poeta curdo che in maniera toccante descrive la vita del PERSEGUITATO

‘’IO, LUPO’’

ME NE VADO COSI’ DOVE LA LUNA

TOCCA IL SUOLO ED IL FREDDO SPACCA I CUORI.

NELLA NEBBIA LE MIE ZANNE

S’INFRANGONO SANGUINANTI NEI PENSIERI

DI UOMINI INCAPACI

DI CAPIRE,

DI SENTIRE,

CHE IO ,..LUPO

SEGUO UN CANTO NON CANTATO,

MA URLATO IN FACCIA ALLA VITA CHE SUSSULTA,

SI SPEZZA E SI APRE SU SENTIERI

TANTO LONTANI….PERSI….A TUTTI SCONOSCIUTI

CHE IO PERCORRO SILENZIOSO, AFFAMATO

BRACCATO, OFFESO, TORTURATO…

NON FELICE

NE’ INFELICE,

MA LUPO, SOLO LUPO

NELLA MIA FORZA E NELLA MIA STANCA DEBOLEZZA.UOMO, LASCIAMI ESSERE SEMPLICEMENTE LUPO

DI CIVETTA NOTTURNA.

Loewe G. Hagazin ( poeta della Resistenza curda )

 

L’autrice è in grado di fornire aggiornamenti e notizie sui lupi italiani e non. Inoltre può fornire consigli a tutti gli insegnanti che volessero intraprendere nelle proprie classi il Progetto didattico ‘’SALVIAMO LUPO OSCAR, attraverso il blog di AAF o interagendo con questo blog del sito www.arcabaleno.it

Condividi post
Repost0