Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
13 novembre 2011 7 13 /11 /novembre /2011 17:12

 

Pubblichiamo un breve ma bellissimo racconto scritto dal Dr. Claudio Venturelli della Ausl di Cesena in occasione della Giornata di Studio a Teramo il 7 maggio 2003 su Tutela degli animali d’affezione tra etologia,politica e sanità. Venturelli nel racconto non esprime un giudizio sul ruolo delle gattare, compito che spetterà al Convegno ma , a nostro parere, ne traccia con delicatezza il loro profilo da cui fuoriesce il grande amore ed il ruolo protettivo che esse hanno verso i felini randagi.

 

gattara2

In una assolata mattina estiva, mentre camminavo cercando un po’ di ombra refrigerante, accadde una cosa assai strana. Il cielo si era improvvisamente oscurato e un fragrante batter d’ali mi obbligò ad alzare gli occhi al cielo.Mi apparve una scena da film! Oltre cento piccioni svolazzanti avanzavano roteando attorno ad un punto. Incuriosito mi avvicinai e scorsi, così,una vecchina, alta poco più di un metro e mezzo,curva su se stessa per una vistosa gobba, che trascinava due buste di plastica.Quando si fermò, capii il perché di tanta agitazione presente in quei piccioni urbani: dalla sporta di sinistra la silenziosa signora cominciò a tirar fuori granaglie e pane che distribuì a piene mani.I volatili si precipitarono a ingurgitarsi con grande soddisfazione della vecchina che dava indicazioni ai singoli individui ora sgridandoli per l’eccessiva irruenza ora sollecitandoli a mangiare.Poi si allontanò con l’altra sporta, attraversò la strada e raggiunse l’argine del fiume all’apparenza deserto.

Come d’incanto almeno una quindicina di code in grande parata spuntarono da tutti gli anfratti mostrando una colonia felina, ovvero un branco di gatti randagi, in attesa della loro benefattrice.

Le si strusciavano addosso con dei colpi che forse erano persino troppo forti per lei, tant’è che avanzava ondeggiante. Con un gesto, che ormai conosceva a memoria, cominciò a distribuire il cibo anche ai micioni. Mi avvicinai per parlarle ma, in quel momento, per paura di rompere un incantesimo non lo feci. La vecchia e curva signora si era chinata per imboccare un gattino piccolo e malaticcio che, senza il suo aiuto,sarebbe sicuramente morto .Lo faceva come se stesse accudendo il suo bimbo,forse lei era davvero la mamma di tutti quei piccoli diseredati. D’altra parte non si poteva trattare di gatti selvatici ma semplicemente di trovatelli. Qualche umano che si era stancato di tenerli in casa aveva pensato bene di lasciarli al loro destino e loro, i gatti randagi,si erano organizzati in una colonia.

Se dovessi esprimere un giudizio sul ruolo delle gattare, prima dovrei soffermarmi sulla responsabilità di chi abbandona gli animali.

Claudio Venturelli

Condividi post
Repost0

commenti