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20 novembre 2011 7 20 /11 /novembre /2011 17:17

 

 

 

 

122.JPGGli amori più grandi nella vita di noi persone, sono quelli che ci portiamo dietro dall’infanzia. Se resistono al tempo e alle prove della vita ,sicuramente troviamo in essi degli alleati per vivere meglio e per far vivere meglio chi ci sta vicino. Forniscono spunti di creatività quasi continua e senza che ce ne accorgiamo più di tanto, ci ispirano come dei buoni amici quasi tutte le azioni che quotidianamente intraprendiamo. A me è successo con i cavalli croce e delizia della mia vita. E quel che più conta proprio loro hanno avuto lo straordinario potere indiretto di guidarmi nella mia professione di insegnante della scuola primaria ,la cui definizione non dovrebbe implicare niente di riduttivo poiché chi inizia il viaggio educativo delle giovani menti ha più responsabilità di altri, nella certezza imbarazzante che ogni parola ed ogni gesto verrà inesorabilmente registrato ed in seguito forse anche ricordato da quei piccolini.Tutti gli animali sono creature affascinanti e speciali qualora si abbia il buon senso di cercare un contatto sensibile, non mercificante, con loro. I cavalli in particolar modo, presentano fra le tante loro qualità e caratteristiche, quella straordinaria di essere creature dotate del dono della telepatia. I cavalli. predati per eccellenza, come altri erbivori ed ungulati scappano come pura difesa per sottrarsi al pericolo: ciò appartiene all’ordine tassonomico che loro compete; fa parte di quella intelligenza biologica o pulsione alla vita, che secoli di condizionamento brutale da parte dell’uomo non ha di certo rimosso. Ora per instaurare un linguaggio o meglio un codice non verbale di comunicazione con i cavalli, bisogna percorrere i canali della comunicazione ‘’sottile’’ che muove da parte dell’umano dalla consapevolezza leale di capire e farsi capire con la calma e la scansione del tempo degli animali. Un grande atto di benevolenza e aggiungerei, di intelligenza da parte nostra ,se si pensa come le nostre 120-copia-1.JPGesperienze mortali siano tutte corrose dalla fretta e conseguentemente dal malinteso che ne deriva. La calma, la modestia e a volte anche l’umiltà sono ciò che conduce al risultato di essere con il cavallo ( in gergo il binomio) e non di montarlo, essendo questo un verbo colmo di prevaricazione umana contenente già in sé un’idea inconscia e perniciosa di devastante potere: la pericolosità delle parole, dunque. Eh già perché la raffinatezza che l’uomo con il cavallo e non sul cavallo dovrebbe ricercare è quella della collaborazione con l’amico cavallo con il quale tutta l’umanità che poco ci pensa, ha un debito di riconoscenza mai onorato: quello di aver generato e scritto la propria storia e progresso proprio grazie a quell’ardore di crini scompigliati, a quel tramestio di zoccoli generosi, a quell’occhio liquido 123.JPGed insondabile. Allora come può un predatore incallito come l’uomo creare un rapporto di fiducia con il cavallo animale da fuga e tremendamente schivo? E’ possibile? Lo è – in base alla mia pluritrentennale esperienza di vita con loro, lo affermo , ma solo lasciando un poco da parte se’ stessi e ponendosi nella condizione di non competizione. Anche con i bambini è così. L’educazione, il dialogo, la trasmissione dei codici passano sempre dalla volontà di comprendere ed accettare gli altri e quindi noi stessi. Non sempre e non tutti i bambini sono pienamente collaborativi: ma tutti prima o poi imparano a leggere e a scrivere .In seguito e solo in seguito, quando saranno in grado di padroneggiare le loro abilità scopriranno la gioia del dialogo e della complicità positiva nei giochi di ruolo della vita. Ciò che voglio dire è che tutti i linguaggi all’inizio sono difficili. Penalizzare chi non subito comprende e traduce è becero e crudele. Battere i cavalli non serve; umiliare i bambini a scuola non è etico. Non è morale. E NON SERVE. IL CONTATTO è la magia che lega tutti noi uomini ed animali sulla Terra, ed è questo che ho subito compreso essere di incomparabile importanza con i cavalli. Per cui quando mi viene posta dai neofiti o quanto peggio dalla gente di cavalli l’annosa domanda se il cavallo sia o non sia intelligente, io consiglio sempre di andarsi a ripassare un poco di anatomia equina per capire come funziona l’encefalo del cavallo e per comprendere che in un cavallo ce ne sono ben quattro! Allora chi è adesso più intelligente l’uomo che pone una così sciocca domanda o il cavallo che dignitosamente non risponde? A parte le battute, certo non si può pensare di far equitazione se prima non si conosce la psicologia e l’anatomia del cavallo. Non basta salire in sella ed andare, non basta e non serve bardarsi con costosissimi outfits all’ultima moda per dimostrare quello che si ha. Al cavallo tutto ciò non interessa. A lui interessa la voce rassicurante del cavaliere, le sue lallazioni che gli ricordano la mamma, le carezze leggere piene d’amore. essere per lui la femmina alfa, quella che di solito guida e protegge il branco in natura. La fiducia è cosa seria,anche per un cavallo. Non saremo mai proprietari di cavalli, solo perché li abbiamo acquistati; semmai potremo essere loro custodi ed amici. Una competizione sana , una bella passeggiata, sono cose che i cavalli gregari e curiosi come sono, amano. Ci si può stupire di quanto talvolta un cavallo riesca ad apprezzare un paesaggio, un tramonto… Lasciamoli parlare la loro lingua, miglioreremo la nostra!

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Il cavallo Paco (criollio, venuto dall’Argentina) è stato per me il fratello, il cavallo con il quale ho stabilito per primo, un vero e proprio codice di linguaggio non verbale. Grazie a Lui ho creato l’antesignana ‘’scuolina del recupero del SE’ grazie alla quale molti bambini ed adulti hanno compreso e si sono autocentrati nella gioia di vivere il cavallo come un amico e consigliere per la vita. Ora Paco è nei Campi Elisi. Ha vissuto con me fino alla fine dei suoi giorni,come altri cavalli che ho avuto l’onore di avere come compagni di vita. Per me che non ho pregiudizi esistenziali, è fondamentale prendermi cura dei cavalli anziani perché è allora che diventano più vulnerabili e bisognosi di cure ed attenzione. Io corro libera e selvaggia nella Vita, per Essa in tutte le sue forme ho rispetto, sino alla fine del suo tempo terreno. Vale anche per i cavalli; per tutti gli animali. Non sono giocattoli: hanno emozioni profonde e tanto mi basta, e tanto ci deve bastare per trattarli con empatia. Da loro ho tutto imparato: tolleranza, pazienza, umiltà….

E’ difficile rapportarsi con un cavallo poiché quello che attraverso di loro vediamo in noi stessi non sempre ci piace. Il cavallo è un mezzo transazionale potente che ci rivela sempre quello che alla fine noi siamo: non tutti lo accettano. Io ‘ho fatto ed è per questo che sono libera!l

Grazie Paco.

 

 

Maria Cristina Bazzotti, socio benemerito di AAF e Socio Onorario di Arcabaleno

PS sono lieta di rispondere via email a tutti coloro che vorranno saperne di più sui cavalli e sugli eventuali problemi derivanti dalla loro gestione. 

 

Tutte le foto dei cavalli nel servizio  sono state effettuate durante la manifestazione 2° BEAR-A-THON a Riccione  organizzata da Cristina Bazzotti il 29/Maggio/2011 per Animals Asia Foundation Italia Onlus.  Foto dell'Archivio Arcabaleno

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