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23 dicembre 2011 5 23 /12 /dicembre /2011 20:07
E se poi venisse davvero?
Se a quell’ora precisa
mentre la nebbia oppure la pioggia nera
oppure comunque le caligini il fetido incubo nero
della notte sopra la pianura dell’umidità
e dell’espansione economica
e l’arcipelago delle luminarie
sempre più denso verso il centro
specialmente i cinema i bar le stazioni di servizio
e poi nel cuore della città
la massima concentrazione delle luci
di lusso di soldi di gioia di vizio
se nei palazzi cascine falansteri
attraverso le illusioni ed i misteri
lui venisse davvero?
Che scherzo pericoloso, eh!

Perché dicono, dicono ma
non ci crede più nessuno.
Il proprietario del magazzino famoso
di articoli da regalo
non ci crede, e ne ride bonario
con le clienti in visone.
Anche il negoziante di giocattoli
sollevato dall’andamento straordinario
degli affari nonostante la recessione.

Non ci crede il capofamiglia
né lo scapolo né il coniugato
né il vecchio zio né la figlia,
neppure la mamma sebbene
tenendoli sulle ginocchia
abbia dettato ai bambini le lettere
col presepio ed il bordo dorato
destinazione paradiso
in franchigia, senza riflettere
al rischio della mistificazione




Non ci crede neanche Don Saverio
il buon prevosto della parrocchia
non basta infatti la fede
per prendere veramente sul serio
questa antica superstizione. 


E neppure ci credono i bambini
che avrebbero sufficiente ingenuità
voglia di miracoli, di fantasia,
di mostri, di favole, ma ci fu quel sorriso speciale
della mamma così ambiguo e allora
nacque in loro l’ipocrisia
per la prima volta, con la paura
tipicamente italiana
di passare per cretini.
Neanche loro dunque ci credono più
che alla mezzanotte del ventiquattro, carico di regali
in carte d’oro e d’argento
fra un grande sbattere di ali
(ci saranno anche gli angeli, no?)
arriva il Bambino Gesù. 


 


 


E se invece venisse davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero si avverasse?
Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comprati?

Se la vostra bella sicurezza 
nella scienza e nella dea regione
andasse a carte e quarantotto?
Che imperdibile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.

E se sul serio venisse?
Silenzio! Oh Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi,
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa piano, Bambino, se puoi. 



Nino  Buzzati






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