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26 novembre 2011 6 26 /11 /novembre /2011 19:25

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I cristiani, dal canto loro, videro il gatto di mal occhio, e lo accusarono di portare con sè tutti i malefici. Già opinione degli gnostici, nel XVI secolo, il gatto era legato a tutti gli aspetti diabolici della femminilità. Il gatto sta al cane, dicevano, come la donna sta all'uomo.La sua natura, la sua voluttà, la sua dolcezza, la sua astuzia sono simili a quelle della donna.
Per di più, il gatto fu molto presto collegato al folklore della stregoneria; le streghe amavano trasformarsi in gatte. E sicuro che, dice Duchaussoy nel suo Bestia ire Divine: "Quando i rituali e i culti lunari furono ufficialmente abbandonati e relegati al rango di stregoneria, il gatto nero, immagine della notte buia in cui brillava la divina Febe, divenne il compagno classico delle streghe".
Esaminando il racconto intitolato Il gatto nero di Edgar A. Poe, si può scorgere un ruolo erotico-simbolico del gatto.

                
Ma cosa vediamo, osservando da vicino un gatto? Occhi vivaci, un corpo snello, lucido, forte, un animo affettuoso e fiducioso, indipendenza, raffinatezza e uno spirito saggio e saccente al contempo. Che il gatto accanto a noi abbia il pelo lungo o corto, che sia soriano o color tartaruga, la nostra reazione è sempre la stessa: ne restiamo affascinati.
Misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, i gatti sono le creature piùlucian freud 016 ragazza con gatto ingannatrici che la nostra specie abbia mai addomesticato. Ma, nel corso dei tempo, tutte le civiltà hanno faticato a capire i gatti.
Dolci o riservati? Solitari o socievoli? Meditativi o funerei? Fisicamente i gatti sono cambiati ben poco, ma è cambiato il nostro modo di vederli. Diversamente - e quanto diversamente - dal cane, uno dei primi animali domestici, i gatti si sono avvicinati all'uomo relativamente tardi. Ma si sono rifatti dei tempo perduto ed hanno occupato ben presto un posto non solo nelle nostre case, ma anche nei nostri cuori.

 

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E di questo dobbiamo ringraziare i roditori. E stato l'avvento dell'agricoltura, e quindi delle provviste di grano, a condurci questi amici sofisticati e predatori, probabilmente più di tremila anni fa.                                

Si ritiene  che il gatto selvatico africano venisse impiegato nell'antico Egitto per uccidere i topi e i roditori della valle dei Nilo che depredavano il grano raccolto e immagazzinato. Gli antichi egizi non ebbero più scelta dopo aver vissuto con queste splendide creature: ne rimasero affascinati. I gatti adorati dagli antichi egizi erano più o meno i gatti che adoriamo ancor oggi. L'arte di quel tempo raffigura il gatto come quello dei nostro salotto, anche se forse allora la glorificazione di tutto ciò che è felino era più solenne.


fonte:Tempio di Febo

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